Il suono delle cose

Benvenuti nel mio laboratorio di ascolto.

Perché un laboratorio? Perché ci potete trovare di tutto, dalle cose già pronte alle cose ancora da preparare.

Dipende dalla vostra attitudine: potete entrare per dare una semplice occhiata oppure tentare una vostra sintesi personale.
Come? Prendete ciò che è rigido e consolidato e scioglietelo in un solvente per vedere cosa c’è sotto, cosa rimane, e poi create qualcosa di nuovo. Come un alchimista.
Io, per esempio, ho provato a farlo con la musica. Ho cercato di togliere le etichette con cui ero abituato a pensarla: frequenza, linguaggio, cultura, tecnica, mestiere, emozione.
Ciò che è rimasto è il suono. E mi ha sorpreso, perché lo davo quasi per scontato.
Allora ho immaginato quel suono “che sta dietro/sotto/davanti alla musica” come al solvente ideale per sciogliere ogni tipo di “sapere”.
Ho suddiviso i contenuti in due sezioni, per praticità.

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IL SUONO (l’intuizione)

Nella playlist Suono racconto il percorso (in 23 tappe) che mi ha portato all’intuizione del suono come atteggiamento, non solo come oggetto. Sono partito da un suono acustico (l’embrione di musica) per arrivare alla … beh, dovete ascoltarlo!

Clicca qui per una sintesi del percorso:

È un esempio di quello che chiamo ascolto partecipativo, che inizia con una osservazione di tipo logico/descrittivo (il Dottore) per arrivare ad una conoscenza di tipo intuitivo (il Fricchettone).

LE COSE (l’esperienza)

Nella playlist Incontri ho raccolto brevi interviste con persone esperte nei vari campi del fare e del sapere, per scoprire il suono nascosto nelle loro cose. Il suono inteso come radice, essenza, anima, della loro particolare esperienza. Così come il suono acustico lo è per la musica.

Ho fatto loro una sola domanda, per ridurre al minimo le variabili, e annotato nei video i punti di contatto così da metterli in connessione tra loro. Le cose che incontro non sono solo i soggetti (le persone esperte) ma anche i concetti o i semplici oggetti.

L’ASCOLTO (l’intenzione)

L’idea iniziale era quella di trovare l’unità di misura con la quale connettere tra loro discipline diverse e apparentemente lontane. Per sviluppare un atteggiamento creativo e favorire l’ispirazione. Mi sono accorto però che sbagliavo prospettiva (playlist il suono). Tendevo a considerare l’unità di misura come un oggetto, un metro, invece che un modo di osservare.

Se è vero che il suono è tutto ciò che viene ascoltato, allora l’ascolto diventa indiscutibilmente l’elemento più importante. E alla base dell’ascolto, prima di tutto, c’è un atteggiamento: l’intenzione.

Si tratta di un cambio di prospettiva radicale: invece di dire “che bella la musica dei Pink Floyd” (per rimanere in tema di musica) dico invece “bello sono io quando ascolto i Pink Floyd”.

Cosa cambia? Il punto di vista. Vale infatti anche il contrario: se sono bello (sto bene) di conseguenza tutto ciò che ascolto …

Ma questo non è il luogo adatto per parlare di certe cose. Ci saranno altre occasioni, per chi è interessato, magari dal vivo o con altri supporti.

Quindi, benvenuti e soprattutto … buon lavoro!

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